
Il 2024 ha assegnato una svolta molto importante per tantissimi cittadini italiani, infatti il reddito di cittadinanza, ovvero la misura introdotta nel 2019 per andare a contrastare la povertà è stato ufficialmente sostituito da due nuovi strumenti. Andiamo quindi a vedere cosa cambia per chi prendeva il reddito di cittadinanza e come bisogna muoversi oggi.
Cosa ha sostituito il reddito di cittadinanza?
Dal 1 gennaio 2024, come stavamo dicendo il reddito di cittadinanza non esiste più infatti, al suo posto sono arrivati l’assegno di inclusione, per le famiglie fragili, con minori, per i disabili o anche per gli over 60 e anche il supporto per la formazione e il lavoro, perché è occupabili, ma ha difficoltà economiche.

Si tratta quindi di misure che ovviamente hanno delle regole diverse, ma entrambe hanno come obiettivo quello sicuramente di andare a fornire un sostegno economico ma anche quello di andare a favorire l’inclusione lavorativa e sociale. Ma come funzionano queste due agevolazioni e cosa bisogna fare per ottenerle e richiederle?
Il reddito di cittadinanza, serviva davvero a tantissime persone che erano in difficoltà economica e non riuscivano ad arrivare a fine mese, dato che ormai come ben sappiamo, i costi della vita sono aumentati e sono tante le persone con queste difficoltà.ad oggi, anche se esso non è più in atto, esistono comunque altre agevolazioni.
Che cos’è l’assegno di inclusione?
L’assegno di inclusione è pensato per quei nuclei familiari che hanno una situazione di svantaggio, ciò significa che è disponibile per le famiglie che hanno almeno un minore, una persona con disabilità o anche un anziano sopra i sessant’anni. Ma quali requisiti bisogna avere per riuscire ad ottenere l’assegno di inclusione?

I equisiti principali, sono innanzitutto l’ISEE aggiornato inferiore a 10.140 €, ovvero la nuova soglia dal 2025 e un reddito familiare inferiore a 6500 € annui o 10.140 € se si è in affitto. Inoltre, bisogna avere la cittadinanza italiana o UE, oppure si deve avere una desinenza continuativa in Italia da almeno cinque anni.
Si può ottenere fino a 500 € mensili per il nucleo più una integrazione per l’affitto fino a 280 € ma si può arrivare anche a 845 € mensili totali. Questa offerta ha una durata di 18 mesi ma si può rinnovare per altri 12 mesi con un mese di sospensione. Dal 2025, dopo il primo rinnovo, quindi si potrà rinnovare ogni 12 mesi, però con una pausa obbligatoria di un mese tra un periodo e l’altro.
Che cos’è il supporto per la formazione e il lavoro
Questa misura è rivolta ai soggetti attivabili al lavoro tra i 18 e i 59 anni che non hanno i requisiti per l’adi ma vivono comunque in una condizione economica fragile.i requisiti principali anche in questo caso sono l’ISEE inferiore a 10.140 €, nessun membro del nucleo con disabilità o anche un minore e ci vuole anche l’impegno a partecipare a corsi, progetti o tirocinio formativi.

In questo modo si possono ottenere fino a 500 € al mese per una durata massima di 12 mesi che si possono rinnovare solo in casi particolari, come ad esempio dei percorsi formativi attivi. Chi fa richiesta per questa specie di bonus viene presa in carico dai centri per l’impiego e viene costruito un patto di servizio.
Il beneficiario, quindi deve partecipare attivamente a the corsi di formazione, orientamento, colloqui e anche tirocini ma se si rifiuta senza alcuna giustificazione perde tutti i benefici e non potrà quindi più ricevere fino a 500 € al mese, dato che viene meno il patto di servizio. Ma quindi cosa cambia in termini di lavoro?
Cosa cambia
Una delle principali differenze rispetto al reddito di cittadinanza riguarda proprio il rapporto con il lavoro, infatti in questo modo si prevede un maggior obbligo di accettare offerte congrue, dato che c’è la decadenza del beneficio se si tende a rifiutare più offerte o si disertano i vari percorsi formativi.

C’è anche più coinvolgimento diretto da parte dei comuni, dato che avranno il compito di andare a segnalare e ad inserire i beneficiari in progetto socialmente utili. Inoltre, per chi riceve l’adi, l’intero nucleo familiare dovrà partecipare attivamente a dei percorsi di inserimento sociale o lavorativo, ovviamente tranne i minori, i disabili o anche gli over 60.
Per quanto riguarda invece la sanità, le agevolazioni restano valide ma si devono comunque andare a ricalcolare in base all’ISEE aggiornato. Infatti, se si riceve una di quelle due agevolazioni, l’esenzione per reddito resta e in alcune regioni l’esenzione per il reddito di cittadinanza è stata riconvertita in esenzione per il disagio economico.