Addio api? Scopri perché la loro scomparsa ci riguarda da vicino

Quando si parla dell’impatto delle azioni umane sull’ambiente, bisogna andare oltre all’emissione di inquinanti, un’emergenza comunque rilevante. Essenziale, infatti, è ricordare anche la possibile estinzione delle api, una problematica che, per fortuna, è sempre più al centro dell’attenzione da qualche anno a questa parte e in tutto il mondo.

I numeri (tragici) delle api in Europa

Iniziamo mettendo in campo un numero, tutto tranne che tranquillizzante: nel corso degli ultimi 30 anni, in Europa il numero di api ha perso notevolmente quota, con una riduzione del 70%. A essere diminuita è anche la vita media di questi importantissimi insetti impollinatori. Ancora una volta prendiamo in mano i numeri ricordando che, per le regine, è avvenuto il passaggio da una vita media di cinque anni a una di tre.

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Per quanto riguarda, invece, la durata media della vita delle api operaie, si parla di un abbassamento dai trenta ai quindici giorni. Guardando alla globalità delle specie di insetti impollinatori presenti in Europa, poco più di 1960, le prospettive sono tutto tranne che rosee: circa il 9%, infatti, è prossimo all’estinzione. Il 5%, invece, sembra andare incontro allo stesso destino.

Per amor di precisione, è il caso di ricordare che questo fenomeno preoccupante non riguarda unicamente il Vecchio Continente. Si tratta, infatti, di un’emergenza mondiale. A dimostrazione di ciò è possibile ricordare il punto di vista di un gruppo di ricercatori argentini, che hanno sottolineato come, dagli anni Novanta, si è ridotta del 25% la popolazione delle diverse specie di api a livello globale.

Il possibile impatto della scomparsa delle api

Dopo aver messo in primo piano alcuni numeri relativi alla riduzione delle api, è ora arrivato il momento di capire il potenziale impatto della loro scomparsa sulla salute del pianeta. Ancora una volta, chiamiamo in causa dei numeri. Circa il 75% delle colture di cereali, verdura e frutta e il 90% delle piante florali selvatiche dipendono dall’azione delle api e di altri insetti impollinatori.

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Di base, l’azione dell’impollinazione ha un ruolo essenziale per la tutela della biodiversità e per la conservazione nel tempo dei vari habitat naturali. Inoltre, come poco fa accennato, è essenziale ai fini del sostentamento umano e della realizzazione di materie prime che permettono di produrre diversi alimenti. Da citare è anche l’impatto economico.

A livello globale, attorno all’impollinazione ruota un giro d’affari di oltre 150 miliardi di euro annuali. In UE e nel Regno Unito, ci sono circa 17 milioni di alveari e oltre mezzo milione di apicoltori. Per quanto riguarda la produzione del miele, invece, le quantità si aggirano attorno alle 250mila tonnellate.

Il ruolo del cambiamento climatico

Il cambiamento climatico rappresenta uno dei più importanti fattori impattanti sul rischio di estinzione di diverse specie animali, tra cui le api e gli altri insetti impollinatori. Entrando nel dettaglio degli aspetti con un ruolo più rilevante, non si può non menzionare il tasso di umidità, così come le variazioni relative alle temperature medie stagionali.

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Questi fattori hanno avuto conseguenze anche sulla distribuzione, nel corso delle varie stagioni, dei momenti all’insegna dell’impollinazione. Come sottolineato da uno studio relativo in particolare alle api in Belgio, gli impollinatori, le api in particolare, stanno sempre più anticipando, come fisiologica risposta ai cambiamenti climatici, la loro attività.

La diretta conseguenza di tutto ciò è una sovrapposizione tra l’azione di impollinazione e il periodo di fioritura delle piante, aspetto che rappresenta un problema dal punto di vista della disponibilità di risorse biologiche. Non abbiamo ancora parlato dell’alta concentrazione di anidride carbonica nell’atmosfera, che sembrerebbe avere un impatto sulle proteine presenti nel polline, con un riflesso anche sulla biologia degli insetti impollinatori.

I principali fattori che mettono a rischio l’esistenza delle api

Sono diversi i fattori che mettono a rischio la sopravvivenza delle api. Si tratta di aspetti pericolosi per l’ambiente in generale, che agiscono in maniera sinergica. Oltre ai cambiamenti climatici, è possibile chiamare in causa pure la distruzione degli habitat naturali, l’emissione di inquinanti fisici e chimici, la diffusione di patogeni e di insetti alieni, come per esempio, nel caso dell’Europa, le formiche faraone e le formiche argentine.

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Alla base di tutto ci sono fenomeni come l’urbanizzazione incontrollata, le colture agricole intensive, fattore che, da solo, ha conseguenze che vanno dall’eccessiva semplificazione dei paesaggi, con una sempre minore diversificazione della flora nelle varie zone del mondo. Ciò comporta, di riflesso, una disponibilità minore di risorse alimentari e di spazi dove gli insetti impollinatori possono fare il nido.

Tra i vari insetti impollinatori, le api si distinguono in particolare per la loro sensibilità ad agenti come i pesticidi, utilizzati per proteggere i raccolti nell’ambito dell’agricoltura intensiva. Particolarmente pericolosi per le api sono i neonicotinoidi, insetticidi che vengono impiegati come alternative al celebre DDT. Possono rivelarsi dannosi anche per vermi e farfalle.

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