Un vecchio stagno torna a vivere: nasce un paradiso per gli anfibi

In passato hai deciso di rendere il tuo giardino unico, costruendo un piccolo stagno decorativo, pieno di colori e di vita. Tuttavia, adesso sembra essere un angolo trascurato e smorto. Questo articolo è quello che fa per te! Scopri come far tornare a vivere il tuo vecchio stagno, con alcune semplici accortezze.

Lo stagno: una panoramica

Avere uno stagno nel proprio giardino potrebbe essere un’idea creativa e innovativa per dare un tocco di unicità al proprio spazio esterno, rendendolo glamour e permettendo di farlo distinguere da numerosi altri giardini “classici”, triti e ritriti. Lo stagno, infatti, permette di aggiungere un bacino idrico in grado di attirare numerose specie di animali.

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La differenza c’è e si nota! Uno stagno, infatti, rappresenta una fonte di abbeveraggio non indifferente, soprattutto nei periodi più caldi dell’anno, per cui molti uccelli e insetti, ma anche piccoli mammiferi, potrebbero essere attirati da esso, rendendo ancora più vivace il proprio giardino! Per non parlare poi dei pesci che vivono nello stagno stesso.

Anch’essi peculiarità dei giardini comprendenti un angolo adibito a stagno. Cosa dire, infine, delle numerose specie vegetali acquatiche, come le ninfee che con i loro colori possono allietare la vista e l’anima di chi si ferma ad osservarle, circondati dai suoni della natura? Insomma, lo stagno è un piccolo sogno all’aperto che, tuttavia, può trasformarsi in un incubo se non ben gestito.

I sintomi che il tuo stagno sta “soffrendo”

L’entusiasmo iniziale è scemato con il tempo e quello che sembrava essere un sogno, si è trasformato in un incubo. Il tuo stagno, dall’essere un tocco unico per il tuo spazio esterno, è diventato una pozzanghera esteticamente sgradevole? Non preoccuparti! Potrai scoprire come poter rimediare, seguendo alcuni trucchi, al più presto!

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Innanzitutto, non dovresti incolparti per aver reso il tuo stagno nelle condizioni in cui verte. Infatti, lo stagno non rappresenta una semplice pozza d’acqua ma un vero e proprio ecosistema che, come tale, è soggetto a dinamicità e ricerca di equilibri che, a volte, soprattutto se non gestito al meglio (anche involontariamente), possono creare una sofferenza ecologica.

I fattori più comuni che riguardano stagni che sono andati incontro a degrado sono la nascita di alghe infestanti, in numero eccessivo rispetto alle altre specie vegetali acquatiche, la presenza di acqua stagnante, la riduzione di ossigeno con possibile moria dei pesci, l’abbandono dello stagno da parte delle specie animali che in genere lo frequentano.

Scopri come far tornare a vivere il tuo stagno!

Se, osservando il tuo stagno, noti delle corrispondenze con la descrizione appena fatta, allora potrebbe essere necessario che ti rimbocchi le maniche e applichi alcuni dei suggerimenti che troverai nei paragrafi che seguono. Prima di iniziare, tuttavia, è fondamentale che ti annoti le caratteristiche dello stagno che sembrano causar ad esso sofferenza.

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Per aiutarti, puoi porti queste domande: “l’acqua dello stagno è putrida?”, “sono presenti mucillagini o alghe verdi sulla superficie dell’acqua?”, “l’odore che emana lo stagno è sgradevole?”, “gli animali che in genere frequentano la zona sono scomparsi?”. Se la maggioranza delle risposte è sì, allora è arrivato il momento di agire!

Solitamente, uno stagno in sofferenza è caratterizzato da un accumulo di foglie in decomposizione e altri sedimenti organici e dalla contemporanea presenza di alghe filamentose. Il primo passo da compiere, quindi, consiste nel ripulire in maniera accurata e approfondita sia la superficie dell’acqua che il fondo dello stagno, se possibile senza svuotarlo.

Come poter agire?

Per poter effettuare una pulizia adeguata e accurata, potrebbe essere necessario l’utilizzo di una pompa di aspirazione apposita, dotata di un beccuccio abbastanza lungo da poter raggiungere il fondo del bacino idrico. Questa è una operazione delicata: attento a non aspirare i pesci o altra fauna eventualmente presente, sia sul fondo che in superficie!

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Un’altra accortezza che puoi mettere in atto è rappresentata dall’installazione di pompe in grado di promuovere il ricircolo dell’acqua, ossigenandola al meglio. Sì, quindi, a fontanelle e cascatine, in grado di dare dinamicità e movimento all’acqua. Questa soluzione può rappresentare anche un modo per allentare lo stress, essendo noto come il suono dell’acqua migliori l’umore.

Inoltre, potresti valutare di aggiungere piante acquatiche ossigenanti (come l’Elodea o la Vallisneria) e altre specie acquatiche sia galleggianti che sommerse. Nel caso in cui il tuo stagno sia “morto”, reintroduci la fauna acquatica! Pesci non invasivi potrebbero essere l’ideale per riportare in vita il tuo stagno. Questi accorgimenti potranno creare un circolo virtuoso che promuoverebbe la ricolonizzazione spontanea da parte anche di altre specie come uccelli, api, libellule, rane e così via!

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