
Al giorno d’oggi, sta crescendo in modo davvero esponenziale l’attenzione nei confronti dell’ambiente, consapevoli che il pianeta in cui viviamo abbia bisogno di particolari cure in grado di mostrare tutto il potenziale per vivere in modo sano ed equilibrato e sempre in funzione di tutto quello che regola l’ecosistema di cui facciamo parte.
Tutto funziona seguendo un ordine
L’ecosistema è quello spazio dove ogni essere vivente, che sia umano, animale o vegetale, ha un suo ruolo e questo ruolo deve sempre essere riconosciuto come fondamentale alla luce di quello che bisogna essere in grado di fare per contribuire positivamente alla sopravvivenza di tutti, in uno spazio che sia sicuro.

Questo fa sì che per ogni componente di questo luogo così ampio e complesso ci sia un ordine, prestabilito e perfettamente confacente con ciò che rappresenta il perfetto equilibrio tra le parti. Insomma, se si vuole provare ad ottenere qualcosa di positivo significa accettare la nostra piccola fetta, insieme a tutte le altre.
Perché alla fine un ecosistema come quello in cui viviamo non è difficile da pensare se si considerano tutti i passi avanti fatti dal punto di vista scientifico e riproduttivo. Non ci sono specie che possano essere considerate più o meno importanti, ognuna ha il suo perché, la sua essenza, il suo posto specifico.
Cosa potrebbe minacciare la biodiversitÃ
Ciò che quindi è diverso, per quanto ci possa mettere paura, ha però un suo ruolo particolarmente importante in tutto questo meccanismo così complesso che è tipico e solo dell’ecosistema terrestre. Per questo motivo, ogni minaccia che proviene da qualche cosa o da qualcuno che incide negativamente deve subito essere fermata.

Una di queste è la formica di fuoco, una specie davvero invasiva, che all’interno del nostro ecosistema non si riconosce, in quanto è una formica originaria del Sud America, che adesso ritroviamo anche in Europa e nella fattispecie proprio in Italia a fare danni indelebili e costanti, mettendo a rischio l’ecosistema locale.
Il fatto che sia aliena al nostro ecosistema la rende una vera e propria minaccia per due motivi: uno perché non si riconosce nell’habitat dove si trova attualmente e due perché, a questo inevitabilmente, segue una reazione tale per cui tende a difendersi per proteggersi e di solito le sue punture sono violente e dolorose.
Cosa ci dicono gli ultimi dati?
Questa formica detta di fuoco per via del colore bruno-rossastro del suo corpo, è stata attualmente individuata in un’area che si riferisce con molta probabilità alla zona sud-orientale della Sicilia, in particolar modo vicino Siracusa, dove sono stati individuati già 88 nidi, in un’area che non è per niente molto estesa: circa 4,7 ettari.

E’ un dato preoccupante, considerando intanto che si tratta del primo avvistamento e che probabilmente in Sicilia potrebbero essercene altri, come del resto anche in tutta Europa. E la cosa è problematica ma non si sa come poter contrastare l’affluenza di questo animale nelle nostre zone che non le sono conosciute.
Il motivo per cui sarebbe giunta fino in Italia è probabilmente connesso con i trasporti commerciali: Siracusa è molto vicina ad Augusta che è un centro portale molto conosciuto e rinomato in Europa, dove giungono ogni giorno tantissimi carichi di merci provenienti anche dall’America, da dove questa formica appunto potrebbe essere giunta.
Perché è un problema?
Questa formica potrebbe rivelarsi un vero e proprio danno per l’agricoltura siciliana, alla luce del fatto che danneggia fortemente le attrezzature agricole ma infesta anche intere coltivazioni. Oltre al fatto che purtroppo è un predatore generalista, ciò significa che può arrivare a decimare intere popolazione di insetti e piccoli vertebrati autoctoni, alternando gli equilibri ecologici.

Quello che quindi si può fare è continuare il percorso di controllo e monitoraggio della situazione nelle campagne siciliane, per capire se si è diffusa anche altrove o si può trovare una soluzione per debellarla dalle aree dove al momento è rimasta endemica e fissa. Quindi, segnalare tempestivamente la presenza di queste formiche potrebbe essere una soluzione.
La lotta contro le specie invasive come la formica di fuoco richiede un impegno che si presenta come costante e congiunto tra cittadini, agricoltori e scienziati. Le istituzioni dal canto loro potrebbero fornire tutto quello che è in loro potere per sostenere economicamente chi vuole cercare di dare una mano. La collaborazione è già uno strumento importante per proteggere la biodiversità e garantire la salvaguardia del nostro ecosistema.