Le api del futuro: come gli apicoltori italiani stanno salvando le nostre amiche indispensabili

Le api sono a rischio, su questo si è parlato molto. Il cambiamento climatico, l’impoverimento degli habitat e tante azioni cagionate dall’uomo hanno messo fino a oggi a dura prova la vita di questi eccezionali impollinatori produttori di miele. La mobilitazione massiva che coinvolge il recupero delle api coinvolge direttamente gli apicoltori.

Le cause

Come già detto, basta avere un habitat scomodo per le api per costringerle a un sovraccarico poco in linea con le aspettative di sopravvivenza. La biodiversità sempre meno pronunciata, ad esempio, favorisce lo svilupparsi di parassiti pericolosi e le esigenze nutrizionali delle api non sono soddisfatte. La longevità di ogni singola ape va promossa con pochi gesti.

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Perché, ad esempio, non cercare nel limite del possibile di offrire alle api un banchetto a loro gradito? Basta dell’ottima erba cipollina, preziosa nelle nostre cucine, la salvia, ma anche del semplice trifoglio o il tarassaco. Sia in primavera che in autunno, gli apicoltori sanno che devono far trovare loro cibo a sufficienza.

In estate, ad esempio, le api gradiscono molto piante come la lavanda, il girasole e la malva. Ogni stagione, dunque, ha il suo variegato banchetto che diventa un vero e proprio salvavita per le impollinatrici più “dolci” che ci siano, per cui la prima mossa è senz’altro nutrirle a dovere.

Casette e prodotti chimici

Le casette per api spesso impiegate dagli apicoltori sono come dei nidi protetti che consentono alle api di deporre le uova e custodire la nascita della propria prole. Sono quindi un luogo protetto eccellente per le api che necessitano di ricambio generazionale in tutta serenità e senza disturbi esterni. Una nursery preziosa, dunque.

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La casa delle api e il loro habitat vanno trattati con cura, evitando assolutamente l’utilizzo di prodotti chimici che possano nuocere a loro o alle uova: un diserbante o un trattamento troppo aggressivi per eliminare dei parassiti delle piante potrebbe causare la morte degli impollinatori e quindi va limitato quanto più possibile.

Ciò non significa che orti e giardini debbano essere abbandonati a funghi e parassiti, tuttavia meglio prediligere insetti antagonisti o prodotti a base naturale invece che chimica. Tale scelta non solo consente alle api di avere sempre un ambiente ideale e sano, ma aiuta persino le colture a svilupparsi in modo migliore.

Acqua ed erbacce

Le api hanno bisogno di acqua, come qualsiasi essere vivente. Anche loro, specie in estate, hanno bisogno di dissetarsi più di frequente, per cui predisporre dei contenitori pieni d’acqua accanto a fiori e alberi non può che essere di supporto alle api. L’acqua viene inoltre utilizzata direttamente nell’alveare, per bilanciarne l’umidità.

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Un’acqua predisposta per loro con dello zucchero dentro, invece, può rappresentare un vero e proprio salvavita nei periodi di magra, quando il cibo scarseggia o l’alveare necessita di più attenzioni. Le erbe spontanee, molto spesso da noi considerate erbacce sono un toccasana per gli impollinatori. Vediamo perché nello specifico.

Non occorre certo trascurare il giardino o lasciare che germogli ogni tipo di erbaccia infestante, tuttavia alcune piante spontanee possono fornire tutto il nutrimento di cui hanno bisogno le api. Un angolo meno bello o solo all’apparenza più incolto, può rivelarsi un’oasi per l’ape che non trova altra fonte di sostentamento.

Le api di domani

Con tutti questi accorgimenti, gli apicoltori stanno cercando di promuovere anche la cultura delle api e delle loro specifiche esigenze. Naturalmente, chi ne alleva e ne fa parte del proprio lavoro ha molta più contezza di alcuni parametri, ma chiunque coltivi piante e alberi può essere un anello forte in una catena salda.

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Favorire il futuro delle api significa dare modo a molte specie di continuare a vivere, per cui non si tratta solo della produzione di miele e cera. Persino delle luci troppo forti possono essere deleterie per le api: il calore prodotto da una fonte luminosa eccessiva non è certo salutare, né per loro, né per le piante.

Chi non coltiva direttamente ma vive magari in città, al contrario, non si deve sentire “tirato fuori” da questi principi. Le api non vanno mai scacciate in malo modo, né tantomeno uccise, ma solo rispettate e solo così non attaccheranno l’uomo. Se noi non siamo una minaccia per loro, le api saranno solo fonte benefica per noi.

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